Il 60% degli italiani getta il cibo almeno una volta a settimana. Il 52% dichiara di gettarne meno di due anni fa e il 48% lo butta nella spazzatura (anziche’ donare o riutilizzarlo in compost o per nutrire animali).

Quanto sprechiamo a casa? I risultati del primo questionario sullo spreco domestico in Italia, realizzato da Last minute market e Universita’ di Bologna – dipartimento scienze e tecnologie agro-alimentari, con il servizio scientifico interno della Commissione europea (Joint research centre - jrc) tramite il suo istituto per la salute e la protezione dei consumatori e con il Karlsruhe institut für technologie.

Perche’ si spreca? Il 40% degli intervistati sbaglia a conservare il cibo. Dimmi come mangi e ti diro’ se sprechi: gli ‘spreconi’ preferiscono cibi snack e carne rossa o pollame.

Dal questionario all’osservatorio: Waste Watchers e’ il nuovo osservatorio nazionale sullo spreco promosso nell’ambito dell’Alma mater studiorium, università di Bologna per indagare le cause degli sprechi, promuovere policy di comportamento e favorire la riduzione concreta dello spreco.

L’occhio attento di un sondaggio incrocia per la prima volta il frigorifero e il bidone della spazzatura degli italiani: ma anche e soprattutto le abitudini e le percezione sul cibo buono e su quello non più consumabile, le cause e modalità di smaltimento del cibo.
A livello italiano le stime dello spreco alimentare domestico sono state finora vaghe e poco precise. Spreco è appunto la parola chiave del primo questionario nazionale sullo spreco domestico in italia, ideato e realizzato da Last minute market e universita’ di Bologna – dipartimento scienze e tecnologie agro-alimentari, con il servizio scientifico interno della commissione europea (joint research centre - jrc) tramite il suo istituto per la salute e la protezione dei consumatori e con il karlsruhe institut für technologie.

Un’iniziativa che si affianca alla costituzione di Waste Watchers, il primo osservatorio nazionale sugli sprechi a breve attivo per iniziativa dell’università di Bologna – dipartimente di scienze e tecnologie agro- alimentari e dipartimento di statistica: "uno strumento scientifico e al tempo stesso un veicolo di approfondimento, informazione e comunicazione – spiega il fondatore, l’agroeconomista Andrea Segrè, con l’esperto di statistica Furio Camillo - sulle cause dello spreco e sulla concreta controproposta di ‘policy’ di comportamento efficaci per prevenire e ridurre lo spreco, questione centrale del nostro tempo, dal cibo all’acqua all’energia, passando per farmaci, abbigliamento e molti altri beni di consumo".

Quanto e perché sprechiamo in casa? I risultati che si evidenziano dal questionario sono eloquenti.

Il 60% degli italiani getta il cibo almeno una volta a settimana e il 48% lo butta nella spazzatura, anziche’ riutilizzarlo in compost o per nutrire animali, come dichiara di fare il 20% circa, e soprattutto anziché donarlo, come solo il 4% degli intervistati dichiara di fare.

Il 52% dichiara di gettare meno cibo di due anni fa, mentre il 28% non ha variato la sua abitudine.

Notevoli, con una precisione del 70% circa, le correlazioni fra tipologia di consumo e propensione allo spreco: la predizione è il frutto di un modello statistico che mette in relazione la variabile dicotomica “molto cibo-alcun cibo nella pattumiera” con le altre informazioni desumibili dall’insieme delle risposte date dai singoli intervistati. Volendo semplificare, per certi versi, dimmi come mangi e ti diro’ se sprechi, e gli acquirenti di cibi snack e carne rossa o pollame sembrano poter incorrere più facilmente nello spreco del cibo. Nel modello entra anche in gioco, finalmente e naturalmente, il fattore localizzativo del rispondente. Ad esempio, se si tratta di intervistati di alcune regioni del sud la probabilità ancora una volta aumenta.

Già, ma perché il cibo si butta ? Il 40% degli intervistati dichiara di sbagliare nella conservazione e gestione delle scorte di cibo mentre un secondo livello (con percentuali intorno al 20%) assume ragioni legate alla gestione del cibo cucinato o al bilanciamento fra acquisto e numero di pasti da preparare. Una segmentazione automatica mediante tecniche statistiche di clustering ha portato all’individuazione di 7 gruppi naturali di rispondenti, rappresentati sulla base delle“possibili cause dello spreco” edi caratteristiche collegate.