Il ministro Catania: "sospendere urgentemente l'autorizzazione alla messa in coltura di sementi di Mais Mon810 nel nostro Paese e nell'Ue"
"Quando parliamo della possibilità di coltivare Ogm in Italia, dobbiamo tenere ben presente che l'opinione pubblica, i consumatori e le stesse rappresentanze degli agricoltori hanno espresso una posizione negativa sulla questione. Abbiamo il dovere di essere particolarmente rigorosi, a tutela dei consumatori e degli agricoltori italiani".
Con queste parole il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, ha commentato la comunicazione formale -elaborata dal collega alla Salute Renato Balduzzi- inoltrata all'indirizzo della Commissione europea volta a richiedere la "sospensione d'urgenza dell'autorizzazione alla messa in coltura di sementi di Mais Mon810 in Italia e nel resto dell'Unione". La strategia del nostro Paese ricalca quella francese: alla vigilia delle semine, ecco l'invio del dossier -elaborato dal Consiglio per la ricerca in agricoltura (Cra)- sulle ricadute ambientali delle coltivazioni definite "biotech". I tempi di valutazione ristretti consentono la sospensione delle colture. Le stesse che vedono tra i primi produttori mondiali gli Stati Uniti, con circa 70 milioni di ettari dedicati, il Brasile (36,6), l'Argentina (23,9) e il Canada (11,6). La Cina è dietro all'India (10,8), insieme al Paraguay (4,0).
Un'evoluzione preoccupante, come conferma la sospensione richiesta dal Governo, visto che i dieci principali produttori contribuiscono a coltivare oltre 155 milioni di ettari, per una crescita pari al 7650% in poco meno di vent'anni. Tra questi non vi sono certamente gli otto Paesi europei che già hanno introdotto la cosiddetta clausola di salvaguardia anti-ogm: Francia, Germania, Lussemburgo, Austria, Ungheria, Grecia, Bulgaria e Polonia.