L’agricoltura non è materia d’insegnamento di base. Né lo sono le attività manuali e pratiche. Ma sul rapporto con la natura cui vengono educati i bambini si fonda la possibilità di realizzare un’altra società
Accompagnando gli studenti tra i campi biologici della mia cooperativa mi accorgo che i ragazzi hanno poche nozioni della natura che li circonda, dell’agricoltura, della terra. La scuola non riesce -o non vuole- più a trasmettere questa formazione indispensabile per l’essere umano al fine di conoscere e riconoscere ciò che è, ciò che mangia, e perché deve rispettare l’ambiente e l’ecosistema che lo circonda.
Andrebbe recuperato il metodo d’insegnamento di Mario Lodi (www.mariolodi.it), grande maestro di Piadena (Cr) che insegnava ai bambini coinvolgendoli in attività manuali e pratiche, facendoli passeggiare per le campagne, chiedendo loro di disegnare e descrivere quanto avevano fatto e visto. In questo modo il bambino imprimeva le sue conoscenze nella mente, trasformandole in un apprendimento per la vita. Oggi si potrebbero programmare gite fuori porta, far toccare con mano la natura, mostrare loro da dove viene il cibo che li nutre in mensa o a casa. Troppo spesso scopro che i bambini pensano che il latte provenga dal supermercato, ignorano l’esistenza della catena naturale terra-mucca-uomo-bottiglia.
Bisogna creare nelle scuole dei piccoli orti biologici, in cui portare i ragazzi a seminare, irrigare, raccogliere. Questo, lo dico ai dirigenti scolastici, non ha costi eccessivi e rende possibile anche coinvolgere i genitori, facendo loro capire l’importanza di una formazione di base diretta. Dove non esistono spazi di terra, si possono costruire casse di legno di varie dimensioni che, una volta riempite di terriccio, diventano “orti cittadini” funzionali, belli e replicabili dai ragazzi nelle loro case e sui loro balconi assieme al resto della famiglia. Si può partire anche dal loro pasto scolastico e ricostruire la catena alimentare che ha portato quel prodotto nel loro piatto. I bambini sono i futuri cittadini, e qualsiasi attività faranno da grandi devono avere la consapevolezza che il cibo che li nutre proviene da una catena alimentare naturale, che anche loro devono contribuire a tutelare e rispettare con i gesti di tutti i giorni. La maggior parte della popolazione abita in ambito urbano, e se gli abitanti delle città non avranno consapevolezza del ruolo della popolazione rurale in quanto a produzione e tutela ambientale, e non contribuiranno superando le barriere che oggi ci dividono in produttori/consumatori, perderanno la sovranità alimentare e le conoscenze per coltivare e tutelare la natura.
La scuola, a ogni livello, deve avere un ruolo primario per questa formazione e insegnare che alimentarsi non è solo una necessità ma anche una scelta. Se ci si alimenta con prodotti biologici, per esempio, si ottengono tre obiettivi fondamentali: si tutela la propria salute, non si finanzia l’industria chimica/agricola evitando l’inquinamento di terra, acqua, aria e si salvaguardano le biodiversità vegetali e animali. È possibile, inoltre, trasmettere alcune pratiche giornaliere come curare i fiori e le piante del proprio appartamento e dell’orto, prendersi cura e non abbandonare mai gli animali domestici o separare attentamente i rifiuti. E ancora: acquistare solo ciò che serve e non il superfluo, curarsi degli spazi comuni insegnando a coinvolgersi reciprocamente come cittadini, fare attenzione all’utilizzo dell’energia.
Questi sono solo alcuni esempi apparentemente banali, ma molto importanti, che ben si legano con la conoscenza e la tutela della catena alimentare e della terra. Nel 2006 alcuni cittadini irlandesi danno vita a un movimento in espansione denominato Transition Town (transitionitalia.wordpress.com) oggi presente anche in Italia, in cui, presa consapevolezza di quanto sia importante conoscere e salvaguardare l’ambiente, si organizzano per fare insieme alcune pratiche che contribuiscano a migliorare e tutelare la natura come orti cittadini e iniziative di autonomia energetica. Se gli adulti si stanno muovendo, diventa indispensabile introdurre in modo prioritario nella formazione scolastica il rapporto con la terra e la conoscenza della catena alimentare. Come disse il maestro Lodi ai suoi colleghi: “Sappiate che attraverso l’insegnamento ai bambini passa la società futura; non sentitevi soli, avete i bambini che vi stupiranno se saprete cogliere la loro vivacità”. Credo che gli insegnanti di ogni livello debbano tornare a trasmettere i valori e i principi che legano territorio, uomo e cibo. Qualsiasi bambino che crescerà con queste conoscenze avrà cura dell’ecosistema e della catena alimentare che lo circonda, nulla è più affascinate che conoscere la natura, noi siamo quello che mangiamo.
* contadino, fondatore di Iris, società cooperativa agricola di produzione e lavoro (www.irisbio.com)