La crisi alimentare è una crisi presente da tempo nel mondo, che ha determinato problemi persistenti nella nostra società, quali la povertà e la fame.
Essa si è andata aggravando sempre più nel 2008, momento in cui si registrò un aumento di 115 milioni di persone malnutrite al mondo e momento dello scoppio della crisi finanziaria, ancora oggi rimasta irrisolta.
Le cause principali di questa crisi sono indubbiamente da ricercarsi nel sistema agricolo, di stampo capitalistico, utilizzato da anni e anni sulla maggior parte dei suoli presenti nel mondo, da parte delle grandi società multinazionali.
Questo sistema, che mira a una produzione di profitto, prevede una stretta connessione tra l'agricoltura e l'industria alimentare. E' un metodo di filiera lunga che adotta la trasformazione e la lavorazione di prodotti provenienti da attività primarie, come l'agricoltura, per realizzare prodotti finiti da destinare al grande mercato alimentare.
La metodologia di coltivazione che più viene utilizzata dalle multinazionali è quella dell'agricoltura monoculturale che prevede l'uso intensivo di pesticidi, fertilizzanti ed erbicidi per la produzione di un singolo prodotto su larga scala.
L'agricoltura monoculturale è responsabile di vari problemi, quello del degrado qualitativo dei suoli determinato dall'uso di fertilizzanti e di erbicidi, fonti di inquinamento, e quello della perdita di biodiversità, necessaria per un alimentazione sana e varia, dovuta alla coltura ingente di pochi prodotti alimentari.
Le imprese multinazionali si sono affermate nella distribuzione alimentare e sono quelle che oggi controllano la maggior parte dei mercati di materie prime e i loro prezzi.
Nel 2008 i prezzi delle materie prime hanno subito un'alta inflazione, determinando un aumento delle persone povere che nel 2010 secondo la Banca mondiale sono aumentate di 43,7 milioni di persone.
L'aumento dei prezzi alimentari fu dovuto sì ai cambiamenti climatici, come è sempre stato, ma anche al crollo degli investimenti, sempre più ingenti, fatti sui derivati agricoli nelle borse.
La crisi del 2008 ha provocato una mobilitazione della comunità globale che si è occupata di evidenziare i problemi del settore agroalimentare e ha lanciato campagne di sensibilizzazione per uno sviluppo adeguato dell'agricoltura come soluzione per combattere la povertà, la malnutrizione ed inoltre per salvaguardare la tutela dell'ambiente, la biodiversità e per mitigare i cambiamenti climatici.
Questo nuovo tipo di agricoltura, l'agricoltura sostenibile, è nettamente contrapposto a quella monoculturale. Essa è caratterizzata dal sistema produttivo di filiera corta, ovvero contraddistinto da un numero limitato e circoscritto di passaggi produttivi, i cui obbiettivi sono quelli di raggiungere un' equità sociale ed economica privilegiando la biodiversità e il minor impatto sull'ambiente.
L'agricoltura sostenibile, quindi, si propone uno sviluppo di mercati locali per garantire il sostentamento alimentare a costi ridotti.
Essa può determinare un cambiamento radicale nel settore agroalimentare e inoltre può contribuire a diminuire l'impatto della crisi finanziaria.