Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una sempre maggiore diffusione dei “campi in rosa”; tanto che oggi possiamo parlare di “agricoltura in rosa” o “agricoltura femminile” grazie ad un’ impennata di donne manager coinvolte nella gestione di aziende agricole in zone rurali.
“La fattoria didattica” come scuola, come albergo per l’agroturismo e come negozio di vendita diretta dei prodotti naturali è uno dei progetti dell’agricoltura del futuro sviluppato dalla regione emiliana, come apripista e negli ultimi anni dalle altre regioni italiane. Al posto dell’aratro e del trattore, qui, le donne “agricole” hanno impugnato, fuori e dentro il campo, la multifunzionalità come strumento all’ avanguardia per reinterpretare e vivere il mondo agricolo.L’offerta formativa si presenta varia e articolata su temi quali la sensibilità ecologica, la scoperta generazionale all’universo rurale, un’alimentazione sana, la conoscenza dei sistemi di coltivazione biologica e delle fonti di energia rinnovabili.La fattoria o azienda agricola si trasforma anche in un campus estivo per i giovani offrendo attività didattiche e laboratori direttamente in loco.I dati reali testimoniano una percentuale del 45% di donne al timone di una fattoria didattica e il 61% di loro alla gestione delle attività didattiche, a dimostrazione di una grande vittoria, quella delle forze in rosa. La fattoria come luogo pedagogico di educazione al gusto e di condivisione di un ambiente in cui bellezze e fatica convivono in armonia con la natura e gli animali.Inoltre il sistema della filiera corta opera come garante di qualità e fiducia nel rapporto di scambio tra agricoltore e consumatore.La sintonia con l’ambiente tra i soggetti coinvolti si spinge ben oltre i confini regionali o nazionali fino allo sviluppo di forme di solidarietà internazionali, attraverso i cosiddetti gruppi di acquisto solidali (GAS).Altre donne, ancora, hanno deciso di trasformare le loro difficoltà imprenditoriali e gli svantaggi dettati dal genere in questo settore, in una nuova forma di vendita diretta ai consumatori, tramite la creazione di “baite di contadini”; presso le quali in alcuni giorni della settimana si possono acquistare i prodotti stagionali e coltivati nel rispetto dell’ambiente e della tradizione.Sono green strategy di successo guidate dalla multifunzionalità che si prestano da modello a tutte le aree del mondo.Un’altra grande sperimentazione femminile “sul campo” italiano è rappresentata dagli Agriasilo e gli Agrinido. Due strutture formative che accolgono bambini dai 3 ai 6 anni in piccole classi e concentrano gran parte delle attività educative all’ aria aperta, in una “palestra immersa nel verde”.L’introduzione di attività alternative alla didattica tradizionale come la pet-therapy, l’orto-sensoriale, l’agriludoteca e il teatro nella natura stimolano al meglio la creatività in nuova realtà socio-pedagogica.La rivoluzione scolastica in rosa aspira ad una sempre maggiore diffusione in tutta Italia. I successi e l’aumento della consapevolezza sulle potenzialità benefiche della natura e del territorio incoraggiano le donne verso un futuro più ecosostenibile e più rosa.