Da adesso avete trenta giorni a disposizione per cambiare il mondo. Tra gli strumenti più indicati per farlo suggeriamo il cibo, il lavoro e l’agricoltura. Ottobre, infatti, è il mese dedicato all’alimentazione. La rilevanza del tema la riconosce in primo luogo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), che ne ha fissato per il 16 la giornata mondiale. Il 2012 è l’anno delle cooperative, quindi il “sommario” dell’iniziativa non poteva che corrispondere a “le cooperative agricole nutrono il mondo”.
Un contributo fondamentale, dal momento che una persona su sette, secondo la Fao, si trova in stato di sottonutrizione e che da qui al 2050 la popolazione mondiale toccherà quota nove miliardi. Aggiungendo l’esplosione del prezzo delle materie prime, come riso e mais, si capisce come tali condizioni non possano che rendere l’agricoltore un soggetto esposto, in difficoltà.
Che fare?, dunque. Secondo i dati diffusi dalla Fao le cooperative agricole garantiscono oltre 100 milioni di posti lavoro in tutto il mondo, il 20% in più rispetto alle multinazionali, coinvolgendo 1 miliardo di associati; 1.100 miliardi di dollari il fatturato delle prime 300 cooperative nel 2008. Come in Kenya, dove le cooperative detengono il 70% delle quote del mercato di caffè, il 76% nel lattiero- caseario e il 95% nel cotone. Così in Colombia, dove, sempre secondo le Nazioni Unite, la Federazione nazionale dei coltivatori di caffè offre servizi di marketing e produzione a 500mila coltivatori. E in Brasile, dove le cooperative garantiscono il 40% del prodotto interno lordo agricolo e poco più del 5% delle esportazioni del settore. “Dopo tutto”, sostiene l’Onu all’interno della sintetica pubblicazione a riguardo, “dei 925 milioni di persone che oggi soff rono la fame in tutto il mondo, il 70% vive in aree rurali, in cui l’agricoltura è la principale risorsa economica”. L’importanza del mondo cooperativo agricolo è individuabile anche nei dati italiani: nel 2008 erano 5.834 le imprese di questo tipo, concentrate per il 42% al Nord Italia, con un fatturato di 34 miliardi di euro -anche se convogliato per il 31% nel canale della grande distribuzione- e poco meno di 94mila addetti.
Il binomio agricoltura- lavoro diventa quindi il principale ingrediente della sovranità alimentare, che è il cuore di una serie di appuntamenti previsti per questo mese in tutta Italia.